L’ Intelligenza Artificiale è oggi sempre più sulla bocca di tutti, ancora di più dalla fine del 2022 e in questo inizio 2023 in cui molte persone, in maniera gratuita (almeno per ora), hanno avuto modo di testare tool come ChatGPT che serve, tra le altre cose, a scrivere contenuti o avere idee per farli.
Eppure, come sappiamo, l’AI e le sue infinite possibilità di automatizzare alcuni processi esistono da un po’ di tempo (e Inda ne è la dimostrazione).
Ma se l’attenzione è in crescendo, cosa dobbiamo aspettarci in questo 2023 appena iniziato? Quali sono i trend che chi è interessato all’AI, ma anche chi non lo è, dovrebbe tenere d’occhio?
Se infatti siete tra quelli che glissano di fronte all’Intelligenza Artificiale o la guardano con sospetto, sappiate che è essa stessa un trend e che, stando a quanto riporta una ricerca IBM, sarà sempre più presente nelle aziende. Per quelle che si occupano di commercio e produzione, per esempio, l’ utilizzo in 3 anni è destinato a raddoppiare dal 40% all’80%.
E se i numeri, come sappiamo, non sono un’opinione, ecco quali sono per noi le 7 tendenze dell’Intelligenza Artificiale da tenere d’occhio.
Non potevamo che partire con questo trend visto lo slancio che ha contrassegnato l’AI in questo inizio d’anno. Ma non solo: secondo le previsioni di Wearable AI Market, questo slancio si tramuterà in crescita visto che il mercato dell’Intelligenza Artificiale potrà raggiungere i 42,4 miliardi nel 2023. Non solo una crescita economica, ma di fatto l’AI e i suoi strumenti passeranno dall’essere appannaggio di pochi a diventare sempre più “ popolari ”. Questo sia per le aziende che per gli utenti finali.
Per quel che riguarda le prime, viene da sé che se un concorrente utilizza un tool di AI per fare determinate cose, un’azienda non può restare a guardare. Anche perché questo si traduce in un vantaggio competitivo non indifferente.
Se sempre più imprese adotteranno tecnologie simili, queste potrebbero diventare più abbordabili dal punto di vista economico e magari anche le stesse PMI – di solito meno disposte a investire – potrebbero inglobarle nelle loro strategie di marketing o di recruiting.
La democratizzazione dell ‘AI riguarderà anche gli utenti finali visto che chi fornisce servizi in cloud andrà sempre più in questa direzione. Di conseguenza, che ne siano consapevoli o meno, tantissime persone useranno strumenti di Intelligenza Artificiale.
L’uso sempre più diffuso porta a un’ulteriore riflessione: ci sarà bisogno di “educazione all’uso dell’Intelligenza Artificiale?”. E quanto sarà importante che le persone si rendano perfettamente conto di quello che stanno affidando all’abilità di una macchina?
Non più solo automatizzazioni di alcune azioni di routine e ripetitive, l’AI servirà sempre più per creare strumenti e applicazioni che riescano a imitare la creatività delle persone. Lo abbiamo visto con ChatGPT che in molti stanno testando per la creazione di contenuti che sembrano – almeno all’apparenza – simili a quelli che potrebbero creare gli esseri umani.
E se è vero che è sempre fondamentale un lavoro di revisione così come conta saper dare i comandi (prompt) più utili, è anche vero che gli algoritmi di Intelligenza Artificiale andranno nella direzione della generatività pertanto sempre più aziende prevederanno di impiegare parte del budget in tal senso.
Abituiamoci a vedere newsletter dichiaratamente create grazie all’AI, così come contenuti per blog e landing page. E altri strumenti generativi potranno essere utilizzati per esempio per estrapolare la sintesi di video o audio e tanto altro ancora.
Non più solo automatizzazioni di alcune azioni di routine e ripetitive, l’AI servirà sempre più per creare strumenti e applicazioni che riescano a imitare la creatività delle persone. Lo abbiamo visto con ChatGPT che in molti stanno testando per la creazione di contenuti che sembrano – almeno all’apparenza – simili a quelli che potrebbero creare gli esseri umani.
E se è vero che è sempre fondamentale un lavoro di revisione così come conta saper dare i comandi (prompt) più utili, è anche vero che gli algoritmi di Intelligenza Artificiale andranno nella direzione della generatività pertanto sempre più aziende prevederanno di impiegare parte del budget in tal senso.
Abituiamoci a vedere newsletter dichiaratamente create grazie all’AI, così come contenuti per blog e landing page. E altri strumenti generativi potranno essere utilizzati per esempio per estrapolare la sintesi di video o audio e tanto altro ancora.
Ecco perché si dovrà far capire come lavora un sistema di Intelligenza Artificiale e quanto si comporti in maniera etica. Ricordiamo poi che una macchina può apprendere anche gli errori o i bias cognitivi di un essere umano e perpetuarli senza che ce ne rendiamo veramente conto.
Può succedere nel campo del recruiting in cui affidare all’AI lo screening dei candidati potrebbe voler dire portare avanti delle discriminazioni legate all’età (ageismo) o determinate caratteristiche fisiche (abilismo). Più si diffonde l’AI, più il tema del suo comportamento etico diventa preponderante e nel 2023 questo è un aspetto che non si può trascurare.
Non solo l’etica, ma anche la sicurezza informatica sarà un trend visto che l’AI viene usata anche per eseguire attività di archiviazione e protezione dei dati oltre che lavori più complessi.
Bisognerà proteggersi grazie a un’analisi avanzata dei processi – per individuare eventuali punti deboli – senza dimenticare che sarà sempre la tecnologia a metterci alla prova. Insomma, sarà una bella sfida che non è affatto da trascurare.
Quale impatto avrà l’AI sul lavoro? Nel 2023 ci penseremo ancora di più di quanto abbiamo fatto in passato. Se molte più aziende useranno degli strumenti di Intelligenza Artificiale, ciò porterà tante persone a lavorare ogni giorno a fianco di macchine intelligenti progettate per aiutare a svolgere dei compiti in maniera rapida e forse efficiente. Basti pensare a chi progetta contenuti, per esempio, o a chi fa ricerca e selezione del personale, ma anche chi si occupa di customer care e così via.
I manager avranno accesso a dashboard e report in tempo reale per constatare l’operatività e l’andamento dei risultati, i lavori ripetitivi potranno essere sostituiti dai tool di AI e potranno nascere nuove professioni che puntano sulla persona umana per correggere e revisionare quanto prodotto dall’Intelligenza Artificiale.
Cosa potrebbe voler dire? Che sarà necessario spirito d’adattamento , per collaborare con la tecnologia, oltre a nuove competenze. E da parte di chi gestisce il personale la capacità di guidare e indirizzare al meglio questo cambiamento.
Che il marketing, la vendita e la comunicazione abbiano bisogno di personalizzare i contenuti e le esperienze lo sappiamo bene e in questo l’AI avrà un ruolo fondamentale in tutti i settori. Le capacità di previsione del machine learning e dell’Intelligenza Artificiale aiuteranno infatti le organizzazioni ad avere sempre più informazioni sugli utenti per anticipare meglio e offrire prodotti che possano essere loro utili. Questo aiuterà sicuramente la customer experience e lo stesso customer journey.
Altro trend importante è la sostenibilità : le aziende che dicono di perseguirla e lo dichiarano nella loro value proposition così come in tutti i canali di comunicazione, devono fare attenzione a limitare l’impatto sull’ambiente.
Correre a usare strumenti di AI può rivelarsi controproducente anche perché si tratta di infrastrutture che richiedono energie e risorse. Anche se la stessa Intelligenza Artificiale può dare una mano alle aziende per essere più efficienti dal punto di vista energetico identificando dove avviene e tramite quali fonti.
Ecco perché “in medio stat virtus”, ossia la virtù sta nel mezzo, deve valere anche per il modo di approcciarci all’Intelligenza Artificiale: farlo strategicamente senza farsi sedurre completamente e magari con una maggiore sensibilità e non solo per aumentare i profitti.